Pronti alle città intelligenti?
Nonostante si faccia un gran parlare dell’argomento, non esiste alcuna definizione “ufficiale” del termine smart city. Non c’è un decalogo di regole da seguire per entrare nel “club”, non ne esiste un’unica strada da percorrere, perché il concetto stesso di città intelligente muta profondamente a seconda del luogo in cui ci si trova e delle esigenze dei cittadini.
Se volessimo astrarre il concetto, però, esistono alcuni temi che sono sicuramente cruciali quando si cerca di decidere il livello di smartness di una città. Qualche esempio? Una città intelligente deve certamente assicurare un certo standard a livello di infrastrutture e di servizi di base, prestare una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e all’utilizzo di fonti energetiche pulite. E deve, allo stesso tempo, proporre soluzioni “smart”, che rendano più semplice – e quindi migliore – la vita quotidiana dei cittadini.
Per quanto riguarda le infrastrutture principali, si tratta essenzialmente di energia elettrica, acqua potabile, servizi sanitari, digitalizzazione e ottime connessioni internet. Sono inoltre necessari un buon governo e la partecipazione elettronica dei cittadini. Sempre maggiore importanza, inoltre, assume lo sforzo per la salvaguardia dell’ecosistema: una città sostenibile e rispettosa dell’ambiente è una città che mette la salute dei propri cittadini al primo posto.
La smart city si pone anche come modello di riferimento, pronta a presentare soluzioni virtuose che possano essere riproposte altrove sollecitando altre amministrazioni a perseguire lo stesso obiettivo: favorire la crescita economica della città, migliorare la vita di chi ci vive incoraggiando lo sviluppo e l’uso della tecnologia. Specialmente quando tecnologia significa semplificazione delle attività quotidiane.
Quando si parla di città intelligenti, insomma, non si indica semplicemente una città digitalizzata, ma una comunità che gestisce economia, ambiente, trasporti, servizi amministrativi in modo innovativo ed efficiente.
Gli esempi più stimolanti? A Londra, nel quartiere Canary Wharf, e più precisamente nel centro commerciale Westfield, viene impiegata una tecnologia chiamata pavagen, che trasforma i passi delle persone in energia elettrica pulita. A Città del Messico, invece, si usano particolari “pannelli mangia smog” per ridurre l’inquinamento. Ad Amsterdam si incentiva da anni (e cono ottimi risultati) il bikesharing e il carsharing, così come l’utilizzo delle auto elettriche che abbattono l’impatto ambientale dei cittadini.
Uno degli esempi più significativi in Italia, invece, è Varese Smartcity che utilizza la tecnologia NFC(Near Field Communication) per offrire una serie di servizi ai cittadini. Degli speciali tag NFC sono stati posizionati per tutta la città e consentono, avvicinando lo smartphone, di avere accesso ai tanti servizi previsti. Si possono, ad esempio, avere informazioni sulle promozioni attive nei negozi, oppure sapere gli orari di apertura degli uffici pubblici e dei musei, scaricare mappe turistiche o coupon con sconti speciali.
Inevitabilmente il futuro delle nostre città converge verso un ampliamento e una gestione efficiente delle risorse considerate “smart”. Per dar loro maggior valore bisogna essere in grado di prevederne la forza, l’utilizzo e la diffusione. Una previsione che un professionista del mercato immobiliare deve essere pronto a comprendere pienamente.
Se sei interessato ad approfondire l’argomento, il Master Masterandskills dedicato al Facility, Property & Real Estate Management è proprio quello che stai cercando.